Palazzo del Teatro dei Filodrammatici
Inaugurato nel 1800, venne ricostruito nel 1970 quando Mediobanca vi stabilì alcuni suoi uffici.
Storia dell'edificio
Alla fine del XVIII secolo venne allestita una scuola di recitazione, la Compagnia dei Giovani Repubblicani, poi divenuta Compagnia del Teatro Patriottico. Essa iniziò le recite nel 1796. Alla fine del 1800 si trasferì nel Teatro dei Filodrammatici che venne ricavato nella chiesa sconsacrata di San Damiano alla Scala.
La chiesa, risalente al XIV secolo, faceva parte del convento dell’ordine regolare dei gerolamini di Castellazzo. L’edificio fu riadattato dall’architetto Luigi Canonica sulla base dei disegni elaborati da Giuseppe Piermarini e da Leopoldo Pollack.
Nel 1805 la Compagnia del Teatro Patriottico venne denominata Accademia dei Filodrammatici. Tra i soci, i poeti Carlo Porta, Vincenzo Monti, Ugo Foscolo, la cantante Giuditta Pasta, il pittore Andrea Appiani.
Nel 1904 il teatro fu risistemato ad opera degli architetti Laveni e Avati. In tale occasione la vecchia facciata in laterizio, che ricordava l’antica chiesa, fu trasformata in forme simili a quelle attuali.
Nel 1943 e nel 1945 l’edificio fu gravemente danneggiato dalle incursioni aeree. Nel 1970 venne ricostruito ad opera dell’architetto Luigi Caccia Dominioni.
La ricostruzione interessò l’intero edificio, una parte del quale (415,8 millesimi) fu acquisita da Mediobanca. La piazzetta dei SS. Cosma e Damiano, poi S. Damiano alla Scala, prese il nome di piazzetta Filodrammatici. Nel 1889 essa assunse la denominazione di piazza Paolo Ferrari.
Un raro esemplare medievale di arco a sesto acuto.
L’attuale via Filodrammatici era fiancheggiata da notevoli residenze patrizie, poi demolite o rimaneggiate. Al numero 1 (ingresso secondario dell’edificio di Piazza Paolo Ferrari n. 6) sopravvive un portale di epoca sforzesca già appartenuto al palazzo di Gaspare Vimercati, uomo d’arme al servizio di Francesco Sforza. Mecenate generoso, il Vimercati promosse la costruzione del convento e della chiesa di S. Maria delle Grazie.
Il portale è uno dei pochi esemplari medievali di arco a sesto acuto rimasti a Milano. Ornato di rilievi tardogotici, esso presenta sul lato destro le insegne gentilizie con le sbarre dei Vimercati e le sigle CO GA (Comes Gaspar); sul lato sinistro sono le insegne dei Secco d’Aragona, imparentati coi Vimercati, rappresentate dallo scudo attraversato da una barra caricata di tre stelle.
L’arco a doppio giro di marmo bianco termina superiormente con un’anconetta che racchiude la pigna sforzesca con il motto “si te fata vocant” (se i fati ti chiamano). Nella serraglia sono scolpite tre teste: nel mezzo Francesco Sforza, ai lati gli antichi condottieri Giulio Cesare e Alessandro il Macedone. La costruzione della porta viene fatta risalire al periodo 1450- 1466.